In crociera con la MSC Lirica a Dover

Prosegue il viaggio attraverso l’Olanda, in auto, Germania, Norvegia, Inghilterra, in crociera, e con soggiorno finale ad Amsterdam. Cronaca del 14 luglio.

La MSC Lirica attracca puntuale alle 9:00 al terminal crociere di Dover. Le famose bianche scogliere sono alla nostra sinistra, e soprattutto, alla nostra destra. Arrivando abbiamo avuto modo di ammirarle in tutte le 10 miglia della loro estensione. Scendiamo e troviamo ad aspettarci numerosi autobus a due piani che, per 4 € a/r, fanno la spola tra porto, castello, centro città e nuovamente porto. Scendiamo al castello situato sull’altura che domina la città.

Il biglietto d’ingresso costa 10 £ oppure 17 €, naturalmente paghiamo con la carta di credito perché il cambio del botteghino è assai sfavorevole. Gli studenti in possesso della card Euro <26 hanno diritto a 2 £ di sconto [Alla fine con carta, le 28 £ ci costano 33,22 € mentre se avessimo accettato il loro cambio avremmo speso 47,40 €]. La visita guidata ai tunnel sotterranei della seconda guerra mondiale è inclusa nel biglietto e deve essere effettuata all’ora che ci viene indicata dalla cassiera. Ad ogni visita sono ammesse al massimo una ventina di persone. Girelliamo per il castello in attesa del nostro turno che arriva alle 11:20. In epoca napoleonica sotto il castello erano state scavate una serie di gallerie per ospitare circa 2.000 soldati aggiuntivi rispetto alla guarnigione normale. Durante la seconda guerra mondiale questi tunnel furono riutilizzati ed ampliati fino a una lunghezza di 7 km, divisi in tre livelli a 15 metri di profondità l’uno dall’altro.

Al primo livello troviamo l’ospedale con le sale operatorie e le camerate per i degenti, non solo militari ma anche civili. I tunnel sono rivestiti di forma semicircolare e sono rivestiti di travi arcuate di ferro intervallate con delle lamiere. In origine le lamiere, nella zona dell’ospedale, erano a loro volta rivestite di pannelli bianchi.

Al livello inferiore troviamo il centro di comando, il centro di comunicazione e altre sale di servizio. In queste stanze l’ammiraglio Ramsey organizzò la ritirata di Dunquerque prima e la parte logistica dell’invasione della Normandia poi. Il piano ancora inferiore non è visitabile perché non è stato possibile metterlo a norma con le uscite di sicurezza. Delle aperture sulla parete verticale calcarea fornivano la ventilazione necessaria ai tunnel.

Usciti dai tunnel, seguiamo gli spalti fino al torrione centrale, un castello nel castello, che non è visitabile internamente per ristrutturazione. Nel suo cortile c’è un museo di un reggimento e, poco oltre, l’accesso ai tunnel medievali. Molto interessante la chiesa sassone, posta nei pressi, davanti alla quale sorge un faro di epoca romana. Tra visite e foto torniamo alla fermata del bus dopo circa 2 ore e mezza.

Saliamo su un bus scoperto a due piani che struscia tutte le frasche degli alberi sulla discesa verso il centro città. Ancora una volta ci separiamo. Mollo moglie e figlia a Market Square per lo shopping e mi dirigo verso il sentiero di accesso alle bianche scogliere che è ubicato in periferia all’altezza del lato traghetti del porto. Ci arrivo in venti minuti. La salita è ripida e arrivo in cima con la lingua a penzoloni. Fa caldo e il sole picchia duro. Prima dell’ultima scalinata supero alla mia sinistra una casa di mattoncini rossi. In corrispondenza a essa, alla mia destra parte un sentiero. Non mi fido e proseguo l’ascesa. Scoprirò poi che il sentiero costeggiava le scogliere ad una quota più bassa.

Proseguo quindi mantendomi sul sentiero alto che poco dopo interseca la strada asfaltata nei pressi del botteghino. Proprio alle spalle di questo, ad una quota lievemente inferiore, vedo un altro sentiero che seguo. La pista è candidamente bianca. Qualche minuto dopo trovo un cartello con le distanze dalla Francia. Calais, 22 miglia e Boulogne, 29. Osservo con attenzione e, tra la foschia, vedo la costa francese. Vado avanti e, dopo una curva, rimango senza fiato di fronte alla parente verticale bianche che, davanti a me, si erge dal mare. Che spettacolo. Raggiungo una serie di prati concavi che terminano bruscamente sull’orlo delle scogliere che sono ben visibili perché l’erosione le ha mangiate in maniera irregolare. Mi fermo a poca distanza dal faro di South Foreland che non faccio a tempo a visitare perché è già ora di tornare indietro. Ho impiegato circa 45 minuti dall’inizio del sentiero incluse le soste per le foto e le riprese. Con altri cinque o sei minuti sarei arrivato al faro del 1843 che ha anche un’importanza storica, infatti il 24 dicembre 1898, da qui, Guglielmo Marconi chiamò via radio il proprio assistente, George Kemp, che stava sulla nave faro East Goodwin a 12 miglia di distanza. Fu la prima comunicazione via radio terra-nave. Sempre da qui Marconi, il 27 e 28 marzo 1899, inviò una comunicazione radio a Wimerex in Francia, distante 28 miglia. Fu la prima comunicazione via radio attraverso la Manica.

Noto che ai piedi della prima scogliera c’è un spiaggetta di sassi che è raggiungibile tramite un ripido sentiero che termina con una scala.

Torno indietro tenendomi su una quota più bassa, in maniera di arrivare ad un punto in cui trovo sovrastato da una parete verticale a destra e da cui domino la parete verticale che si getta in mare alla mia sinistra.Più avanti mi trovo ad un bivio: a sinistra si prosegue alla stessa quota mentre a destra si sale dolcemente. Il ponte, sotto al quale sono passato all’andata, sembra essere alla quota del secondo sentiero e quindi lo seguo sbucando all’altezza della casa in mattonicini.

Tornato in centro faccio in tempo a scolarmi una Guinness alla spina, che va giù come se fosse acqua sorgiva, e a fare un giretto per Market Street, che ha origine da Market Square, bella via piena di negozi e con la bella chiesa di St. Mary.

Alle cinque parte l’ultimo bus per il porto, dato che il tutti a bordo è alle 17:30, comunque il viaggio richiede circa un quarto d’ora. Anche questo è aperto e a due piani, ci piazziamo sopra in pole position. Nel porto la strada presenta una strettoia coperta nella parte superiore; il bus ci si avventa a velocità sostenuta. Tutti noi, occupanti il piano superiore, veniamo assaliti da un tremendo dubbio: ci passerà?
Con preoccupazione chiniamo la testa. Il bus ci passa ma per poco, una persona in piedi sarebbe rimasta stampata stampata sul muro.

Saliamo sulla nave e ci dirigiamo al ponte superiore. Non riusciamo a staccarci dalle bianche scogliere. Ancora una volta le ammiriamo dal mare, con la nave in movimento. Degli enormi nuovoloni neri, nel frattempo, coprono Dover e dintorni. Proprio sopra città si forma un’area più chiara, sembra un gigantesco mulinello. Praticamente ci siamo portati via il sole.

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