Operazione Sasso della Strega

I castellini salvati dalla Protezione Civile di Claudia Tisselli (visita il blog ufficiale della Castellina)

Non sono mai stata così felice di perdermi, come sabato scorso!

L’opportunità di essere “ salvati “ dalla Protezione Civile ci ha permesso di scoprire un mondo che conosciamo soltanto attraverso i giornali o la televisione: il pensiero di usufruire di un servizio così prezioso ci terrorizza.

Nel nostro caso abbiamo beneficiato, invece,  con piacere della loro accoglienza, sapendo anche che nessun evento spiacevole ci avrebbe evitato il rientro alle nostre case, alla nostra doccia o al nostro comodo letto.

Personalmente non ho potuto evitare di pensare ai terremotati, agli alluvionati o a tutte quelle persone che improvvisamente, si ritrovano a vivere in queste condizioni: ho dormito sulle loro brande,  ho mangiato ( devo dire anche molto bene ) nella loro mensa ed ho provato tutte le situazioni che la mancanza di bagno, doccia o privacy comporta.

Io però avevo un’altra possibilità!

Questo mi ha fatto apprezzare ancora di più ogni minuto  che ho trascorso con loro.

Le spiacevoli vicende nazionali, ultimamente, hanno portato la Protezione Civile agli onori della cronaca, ma c’è un mondo di volontari che non merita tutto ciò: questi angeli custodi non sono retribuiti e rinunciano al proprio tempo libero ( spesso tolto alla famiglia ) a favore di chi non ha scelta, anteponendo le necessità di uno sconosciuto alle proprie.

Con questo voglio ringraziarli – a nome di tutti i “ finti dispersi della Castellina “ – per le ore che hanno dedicato a noi.

Tornando ai fatti, sabato mattina ci siamo ritrovati all’appuntamento con una ventina di adulti e due ragazzi. Siamo arrivati al campo base – in zona Sasso della Strega a Tolfa – verso le 9.30 dove siamo stati accolti subito con caffè, cioccolata calda e biscotti. Ci hanno poi mostrato le tende dove, una parte di noi, avrebbe dormito la sera: erano già pronte le brande con i sacchi a pelo.

Verso le 10.30 abbiamo iniziato l’escursione vera e propria, dirigendoci verso il Tempietto Etrusco di Grasceta dei Cavallari e da lì, al bivio,  abbiamo preso la strada centrale in direzione Grasceta Tonda.

Lungo il cammino, ben ombrato, abbiamo trovato centinaia di fragoline di bosco che abbiamo gustato fino alla Grasceta, dove è stato individuato un tratto di un antico basolato etrusco – probabilmente la Cornelia – per poi fermarci in una radura ad aiutare Gennaro in difficoltà.

A questo punto abbiamo chiamato la Protezione Civile che è giunta a sirene spiegate   in mezzo al bosco  (.. data l’ora di punta ) e prontamente ha soccorso Gennaro caricandolo sulla lettiga.

Successivamente siamo stati  ricondotti al Campo Base, dove ci aspettava un delizioso pranzo: primo, una scelta tra due secondi, frutta, acqua, vino e  caffè.

Naturalmente non potevano mancare i versi “ a braccio “ di Roberto che così ha declamato:

<< Grazie all’aiuto della Civile Protezione

Abbiamo concluso anche questa escursione

Ma se vogliamo farne un’altra ancora

Dobbiamo aspettare domattina all’aurora >>

Verso le 15.30 ci hanno raggiunto gli scout del Reparto di S. Gordiano ( CIVITAVECCHIA  4 )  che si sono messi subito all’opera a montare le tende per la sera.

Nel primo pomeriggio molti sono crollati fra le braccia di Morfeo: chi si era appropriato delle brande, chi sopra il tavolo e chi sdraiato sotto gli alberi con sottofondo musicale.

Verso le 16.30 siamo saliti di nuovo sui mezzi della Protezione Civile e ci siamo diretti a Piantangeli, dove abbiamo trovato una distesa di margherite bianche e gialle intorno all’Abbazia: il panorama dall’alto ha fatto il resto.

Il rientro in piedi sui mezzi della Protezione Civile è stato molto apprezzato dai nostri soci: anche perché un safari tra i Monti della Tolfa non lo avevamo ancora  provato!

La cena al  tramonto è stata ottima: pappardelle al sugo di capriolo, arrosto misto, frutta, crostata, digestivo e caffè con un cielo stellato ad incorniciare una serata perfetta.

Dopo cena abbiamo salutato i soci che non potevano ( o non volevano ) rimanere a dormire e ci siamo uniti agli scout che, con il loro fuoco di bivacco, ci hanno “ animato “ fino alle 23.00.

Qualche chiacchiera fuori dalla tenda e poi finalmente a letto.. o meglio alla branda.

L’ultima volta che avevo dormito in tenda con il sacco a pelo avevo più o meno vent’anni: ho stentato a dormire, cercando di seguire i miei pensieri tra i suoni del bosco con i gufi, gli asini, i cani e le voci di chi era ancora sveglio.

Devo dire che non ho dormito molto, anche perché alle 5.30 c’era già chi era in piedi per gustarsi l’alba “ ad alta voce “, ma rifarei tutto.

Alle 6.30, noi Castellini con un ristretto gruppo di volontari, eravamo già tutti intorno al tavolo a fare colazione, insonnoliti ma felici di aver condiviso una così bella esperienza.

Il rientro alla realtà è stata la sensazione più traumatica: nonostante la doccia calda e profumata, nonostante il letto morbido che mi aspettava, il mio cuore era rimasto là tra i boschi!

Claudia Tisselli

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