La Castellina a Narni – prima parte

La visita di Narni inizia dalla parte sotterranea a cui si accede nei pressi dei giardini di San Bernardo, ma di questo parlerò diffusamente prossimamente. Usciti dai sotterranei, passiamo davanti alla casa del popolo, che ricorda tanto i tempi di Don Camillo e Peppone, e visitiamo la chiesa di Santa Maria Impensole, del sec. XII°. La chiesa, di stile romanico con arco ribassato, è un perfetto esempio di architettura narnese. E’ detta impensole in quanto sorge su un edificio religioso preesistente con annessa cisterna romana. Essa conserva una parte degli affreschi del 1400. La guida spiega che prima del 1200 gli affreschi avevano una funzione religiosa, dopo tale data la funzione divenne votiva. Successivamente con la controriforma la funzione divenne catechetica, ovvero di insegnamento religioso. Gli affreschi raffigurano santi martiri come Lucia, Biagio, Barbara, Ansano e Caterina d’Alessandria. Un affresco, sopravvissuto in parte, raffigura una donna. Gli esperti lo attribuiscono alla scuola degli angeli, la stessa che ha lavorato nella chiesa di Santa Maria della Rupe, visitata nei sotterranei.

A pochi passi dalla chiesa, sostiamo in piazza dei Priori per ammirare due antichi edifici pubblici: il palazzo dei Priori e quello del Podestà. Il primo fu costruito dall’architetto Gattapone, che costruì anche la rocca di Spoleto. Da sempre Narni e Terni si sono contese il controllo del territorio rivendicando con alterne fortune anche l’autonomia da Spoleto, prima e dal ducato romano, poi. I narnesi dicono che furono i ternani a pagare i lanzichenecchi che nel 1527 devastarono la città. La loggia del palazzo dei Priori, utilizzata per i bandi pubblici, è del sec. XIII°. La residenza del podestà si componeva di tre torri unite nel 1200. L’arcata che contorna il portale d’ingresso presenta un bugnato che delinea l’importanza dell’edificio. Il podestà doveva essere un forestiero e trascorreva i sei mesi della carica recluso nel palazzo esercitando il potere giudiziario. Altre magistrature avevano la durata di tre mesi.

Di rilievo è anche la coppa bronzea del 1303, posta al centro della fontana, ubicata in un lato della piazza. La leggenda narra che Narni e Perugia si allearono per cacciare un grifone che devastava i loro territori. Avendolo ucciso ne vennero spartiti i resti, ai perugini il corpo, ai narnesi le interiora. Per questo entrambe le città hanno come simbolo il grifone, bianco Perugia e rosso Narni.

A brevissima distanza sorge la chiesa di San Francesco. Il santo fu ospitato in città nel 1213 dal vescovo Ugolino. Per prima visitiamo la cappella della famiglia Eroli, situata a destra dell’ingresso e comunicante, in passato, con l’adiacente palazzo. La cappella fu fatta affrescare da un pittore di Foligno nel 1471. Palazzo Eroli attualmente è sede della pinacoteca. Gli affreschi rappresentano San Bernardino che media nel contrasto tra gli osservanti e i conventuali: i due ordini dei francescani. La famiglia Eroli, che produsse tre vescovi importanti, Bernardo, Costantino e Francesco, evidentemente operò per la riappacificazione. Un dipinto raffigura anche San Bernardino che incontra papa Celestino V. In altre parti c’è San Francesco che scaccia i demoni, la conferma della regola e l’incontro tra San Francesco e San Domenico. La chiesa era interamente affrescata comprese le colonne e la parte inferiore degli archi. Molti di questi affreschi sono giunti fino a noi. Data la funzione votiva ogni spazio utile era riempito a spese dei ricchi committenti. Alla morte di questi ultimi i loro affreschi erano ricoperti per recuperare spazio a beneficio dei voti dei viventi.

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